E se tornare alla vita di prima non fosse la priorità?
L’Italia sta riaprendo i battenti e, a scaglioni, tutte le attività interrotte durante il lockdown saranno nuovamente possibili. La Fase 2 è cominciata da poco e sembra ci sia una gran fretta, da parte di molti, di tornare alla normalità di prima. Ma se da un punto di vista strettamente economico questa fretta appare giustificata, a livello psicologico non è facile lasciarsi alle spalle con tanta velocità i due mesi appena trascorsi.
E forse, in molti casi non ce n’è nemmeno il desiderio…
Personalmente non sento la mancanza del traffico e dei rumori della città, così come non mi manca il dover correre da un impegno all’altro, cercando di ritagliarmi spazi per la coppia e per le pratiche di yoga; e nemmeno rimpiango il mangiare ad orari scomodi a causa del lavoro, cucinando qualcosa di veloce.
In questi due mesi di quarantena, ho finalmente abitato la mia casa come da tempo desideravo, nel senso che l’ho vissuta appieno, nelle varie fasi della giornata, apprezzandone la luce e gli spazi, sentendola davvero come un nido accogliente e prezioso. La dimensione casalinga mi ha permesso di rallentare i ritmi e concedermi tempo per svolgere le faccende domestiche senza fretta, di riordinare angoli trascurati della casa, di cucinare con gioia ricette nuove (e persino il pane!), di parlare col mio fidanzato fino a perdere la cognizione del tempo, e anche di leggere, guardare film e documentari, come mai ero riuscita a fare in passato.
Ho trovato finalmente più spazio per la mia pratica personale di yoga e per la meditazione e ho persino cominciato a lavorare online, raggiungendo tantissime persone in Italia e all’estero. E, non da ultimo, in questi mesi ho anche sentito e visto più spesso (tramite videochiamate) la mia famiglia e le mie amiche, che vivono in altre città, accorciando così le distanze tra noi.
Tornare troppo rapidamente alla normalità della vita pre-Covid-19 non solo mi sembra azzardato, visto che il rischio di nuovi contagi non può svanire improvvisamente del tutto, ma soprattutto non mi va!
Oggi mi sento serena e felice, grazie alla nuova dimensione che la quarantena mi ha inaspettatamente donato. Ho preso davvero coscienza che non mi manca nulla e che 60 mq possono essere meglio di un castello, se c’è armonia con chi vivi! E anche se desidero ritrovare i miei cari e potermi immergere nella natura, mi sento piena di gratitudine per ciò che ho e vorrei continuare a godermi questa vita semplice, gioendo per le piccole cose.
La sfida vera quindi, per me e per tanti altri credo, non è stata la pandemia, ma comincia ora: sarà portare nel quotidiano tutto ciò che di buono abbiamo sperimentato in questa quarantena, senza rimpiangerla troppo, e cercare di non farsi contagiare, oltre che dal virus, dai ritmi della vita frenetica di prima, dimenticandosi di quali siano le vere priorità.